Riflessione di Padre Luigi Faraglia sulla giornata di lunedì 22 agosto 2022 a Cattolica
Il fatto che lunedì 22 agosto, ad 8 giorni della festa dell’Assunta, la Chiesa celebra Maria Regina del Cielo e della Terra, mi ha fatto riflettere in questi giorni. Ho riflettuto anche perché ho visto in Fabrizio e nella Fondazione Aiutiamoli a Vivere questo senso di prodigio, di miracolo, che ha coinciso con il raduno dei bambini con famiglie italiane, e ci siamo ritrovati nella Chiesa Sant’Antonio di Cattolica ai piedi di Maria e mi sono chiesto come ha fatto questa sconosciuta donna del I secolo a diventare Regina dell’Universo. Sconosciuta perché nata e cresciuta nella periferia dell’Impero Romano come tante altre donne. Non aveva nessun titolo per diventare Regina. Ma riflettendo sulla Sacra Scrittura, sulle pagine sia del Nuovo che dell’Antico Testamento, ho trovato che in Israele la Regina non è la moglie del re, ma è la madre del re. Infatti abbiamo Salomone che quando diventa re di Israele, dopo la morte di suo padre Re Davide, si prostrò davanti a Betsabea, sua madre. La donna da cui Davide aveva avuto questo figlio, Salomone. Salomone la fece sedere alla sua destra, a fianco del suo trono e Betsabea, madre di Salomone, diventò regina. Dunque è il re che stabilisce qual è la regina e la regina è sua madre, perché la madre è colei che ha generato, ha servito la vita. Anche Gesù quand’è che diventa Re? Non quando siede sul trono come Salomone, il quale lo fa come tutti i re e gli imperatori regnanti, Gesù lo diventa quando sale sulla croce, quando sta per concludere la sua missione, il suo compito sulla Terra, che era quello di servire l’umanità per salvarla, servire nel caso di Gesù è regnare.
Dice il re Gesù dalla croce: “Donna, ecco tuo figlio”, rivolgendosi a Giovanni e Giovanni era l’unico apostolo che era rimasto sotto la croce, gli altri erano fuggiti. E poi rivolgendosi a Giovanni dice: “figlio, ecco tua madre”. Con queste parole, Gesù fondava la regalità di Maria. Dunque, la madre, non la moglie, e Maria è una madre che ha il compito di generare Dio, nell’umanità nuova. E questo servizio lo fa Maria, anche per lei servire è regnare. Quindi gridare al miracolo, mi pare in questo contesto, giusto. Perché questa contemplazione di Maria, otto giorni dopo, la festa dell’Assunta è la proclamazione, che venendo tutti a Cattolica, insieme famiglie accoglienti e bambini, era l’occasione per tributare un omaggio a Maria, l’Immacolata, e sostando tutti insieme sotto la sua Immagine abbiamo riconosciuto in Lei, la Madre che ha organizzato tutto in un modo misterioso, nonostante la pandemia, la guerra e l’embargo, ha reso possibile questo soggiorno di venti giorni e quindi era doveroso sostare ai suoi piedi per dire grazie alla Madre che può, alla Madre che dice nulla è impossibile a Dio. Allora se la madre è madre, è anche perché è la testimonianza con il Figlio è evidente. Gesù è il Santo dei Santi, Gesù è la santità che appartiene a Dio e soltanto a Dio. Una donna da sola non poteva essere la Madre di Dio. E allora è la sua unione con Dio che è fonte di grazia, tanta grazia. Da questa maternità Gesù dà a tutti noi la possibilità di diventare figli di Dio, fratelli tra di noi.
La fede ci aiuta a riconoscere Maria, nostra Madre sotto la croce e quella Donna è la personificazione della Chiesa, di un’umanità nuova che dice sì alla cooperazione, che dice sì all’accoglienza, che dice sì a un nuovo modo di vivere e di far politica. La Madre della Chiesa, Maria, diventa regina e Gesù che l’ha fatta diventare madre venendo al mondo per risolvere le situazioni. Avendola fatta sulla croce Madre universale di tutti e Regina universale, Maria si è messa al servizio di questi bambini ucraini e bielorussi e per loro ha organizzato anche una vacanza.
Noi siamo stati semplicemente attenti servitori, abbiamo potuto realizzare quello che Maria ha progettato. Tutte le strade sono aperte con Maria e questo è quanto ci insegna nella spiritualità francescana San Giuseppe da Copertino, prima ancora San Francesco, Sant’Antonio, San Massimiliano Kolbe. Ognuno ha un’esperienza particolare di che cosa è Maria nella propria vita, in modo particolare padre Kolbe ha insegnato nello stile della carità e dell’amore, lo stile di Maria nostra Madre e quindi questa esperienza fatta a Cattolica è un’esperienza che rientra nello stile francescano, di attenzione a certi eventi, riconoscerli perché sono gli eventi dell’amore e della carità. In questo caso sono potuti succedere per l’intercessione di Maria.
Grazie a questo evento, questo incontro, nonostante tutte le difficoltà che l’attuale situazione del mondo ci ha messo davanti e quindi con la Fondazione, con Fabrizio, non posso non riconoscere anche io l’importanza di quanto è successo a Cattolica il 22 agosto del 2022, giorno di manifestazione di Maria Regina della Fondazione Aiutiamoli a Vivere.
Pace e bene.