Firma la petizione! FERMIAMO QUESTA TRAGEDIA, TORNIAMO A CREDERE AD UN FUTURO DELL’UMANITÀ DOVE I “BAMBINI CI SALVERANNO: OGGI”
Appello alla Pace: Sostieni la Petizione della Fondazione Aiutiamoli a Vivere!
In occasione del 30° Convegno Nazionale di Orvieto, la Fondazione Aiutiamoli a Vivere ha lanciato un appello alla comunità internazionale: "I bambini ci salveranno: oggi".
La petizione, totalmente gratuita, rappresenta un gesto concreto per sostenere un futuro di speranza e solidarietà.
Perché è importante partecipare?
Ogni firma contribuisce a rafforzare un messaggio chiaro e urgente: la costruzione di una PACE possibile e necessaria. Insieme possiamo sostenere il diritto dei più piccoli a crescere in un mondo migliore.
Come puoi aiutare?
Firma la petizione attraverso il link dedicato
Diffondi l’iniziativa condividendola con amici, familiari e colleghi!
La tua partecipazione è preziosa. Insieme possiamo costruire una rete di speranza e contribuire a un futuro di pace e solidarietà.
Firma ora e diventa parte del cambiamento!
Questo è il testo dell'appello:
FERMIAMO QUESTA TRAGEDIA, TORNIAMO A CREDERE AD UN FUTURO DELL’UMANITÀ DOVE I “BAMBINI CI SALVERANNO: OGGI”
La Fondazione Aiutiamoli a Vivere, riunita in Assemblea Nazionale, desidera rivolgere un appello a tutte le persone, ai dirigenti e alle istituzioni nazionali e sovranazionali.
I cittadini si stanno abituando all’odore di tragedia che emanano i Paesi dove il conflitto è più forte e si misurano le rispettive capacità distruttive.
Ma se le varie potenze politico-militari e i “blocchi” di questo mondo multipolare si lasciano come unica opzione quella militare, come ne usciremo? Chi sta pagando il prezzo più alto? Quale sistema di governo dei popoli e delle cose uscirà da questo disastro?
Sappiamo bene come siamo usciti dalle prime due guerre mondiali e ci sembra chiaro che da questa terza guerra mondiale non se ne uscirà mai più e resteranno in piedi una molteplicità di micro e macro conflitti regionali.
E domandiamo ancora: “può la guerra sostituire la politica, il dialogo e la civile convivenza tra i popoli?”
Bisognerebbe ripartire dalla grammatica di base della civiltà, sapendo, che non “si ripara un’ingiustizia con un’altra ingiustizia”.
Fa male osservare dei bellicosi potenti della Terra come lontani anni luce da questa visione.
Ma soprattutto che la politica non ha una visione tout court. Non ha una risposta. Né per il durante, né, tantomeno, per il dopo.
Solo la distruzione è certa.
Il prezzo mefitico della morte ha sostituito quello della vita.
È come se l’intero mondo occidentale lo desse per dato.
L’orologio della storia è tornato indietro ed il dolore e la follia hanno travolto ogni cosa. Ma la storia non si ferma mai. La storia la fanno gli uomini e le loro scelte. Noi ne siamo parte. Sarebbe bello cominciare a rendersene conto partendo da una semplice domanda:
“Che cosa ci rende ciechi alle sofferenze altrui?”
Un giorno, forse tra una settimana, o tra qualche giorno, dopo tre anni di guerra in Ucraina, queste guerre finiranno e a quel punto dovremo affrontare la domanda che di solito continuo a formulare: “E adesso?”.
La realtà va in frantumi, la quotidianità si dissolve in schegge.
Come terapisti chiediamo ai pazienti traumatizzati di ascoltare le nostre parole di speranza ed amore e di rimettere insieme i pezzi e di unirli in un tutt’uno.
Lo facciamo tutti i giorni curando i feriti, ristrutturando ospedali, raccogliendo fondi destinati agli aiuti umanitari, a portare cibo, medicinali, soccorsi e riprogettare un nuovo mondo, dove la concreta solidarietà abbia un ruolo definito, senza essere destinata solo e soltanto agli uomini di buona volontà, spesso visti come filosofi di un’idea irrealizzabile o ancora pazzi fuori dal tempo attuale.
Perché le cose cambino, occorre il dialogo.
Ma quali sono le possibilità per russi ed ucraini e israeliani e palestinesi di parlarsi? Quando nemmeno i rispettivi sostenitori in Europa e negli Stati Uniti riescono a condurre un vero dibattito senza ricorrere alla demonizzazione?
La gente scappa, ha paura di frequentare le zone nelle quali, quando suonano le sirene e si sentono i rumori assordanti delle bombe che esplodono, hai soltanto pochi minuti per metterti in salvo e speri e preghi che non sia la tua ora.
Ci si alza ogni mattina e si continua a vivere come se tutto ciò non esistesse, si lavora, si va in macchina, al lavoro, dagli amici così da non restare inoperosi a casa. Così da non perdere il sonno.
La guerra non ci è caduta addosso dal cielo. È opera di leader estremisti da entrambe le parti, di politici megalomani che si atteggiano a messaggeri di Dio, avidi di potere ed onori, disposti a sacrificare il loro popolo per scopi personali.
L’hanno definita una “guerra esistenziale”, come una sorta di identificazione del destino del leader con quello del Suo polo.
Dal momento che nessuno di questi popoli scomparirà, o per lo meno così speriamo e ci auguriamo, dovremo capire come uscire da questo pantano ed in fretta.
Per farlo abbiamo bisogno del Vostro aiuto: anche se si trattasse di uno spettacolo al Colosseo, sappiate che non siete spettatori, a breve arriverà il Vostro turno di entrare nell’arena.
Fermiamo questa guerra, firmiamo questo appello, torniamo a parlare di pace, attivandoci con azioni di concreta solidarietà senza delegare a qualcun altro quello che possiamo fare ora, da subito.
Affidiamo il destino dell’Umanità ai bambini, guardiamo in ognuno di loro il volto del nostro puntare il dito contro qualcuno e smettiamo ed organizziamoci per fare smettere questa guerra surreale con gli interventi di pace che abbiamo e che nessuno può toglierci: “le nostre teste, la nostra intelligenza, la nostra volontà, i nostri desideri di pace e rispetto dell’altro, che dovrà e potrà imporsi soltanto riscoprendo il valore dell’umanità e di quei bambini che saranno in grado di fare vivere e crescere senza i segni dell’odio, della violenza e della vendetta.
Soltanto i “BAMBINI CI SALVERANNO”, ma non perché sono il futuro dell’umanità bensì perché lo faranno insieme a noi: “OGGI”. Dobbiamo soltanto tornare a crederci fortemente e costantemente con quell’“OTTIMISMO DELLA VOLONTÀ” che sempre riesce a vincere contro il “PESSIMISMO DELLA RAGIONE”.
Facciamo partire “Il Treno dei Bambini”, come ci racconta il best seller omonimo di Viola Ardone, tradotto in film dalla regista Cristina Comencini, che ci racconta una storia commovente e molto utile per i nostri tempi gretti ed ingenerosi, che dimenticano come aiutare qualcuno che ha bisogno e che fa bene sia a chi accoglie che a chi ha già accolto, e che riabilita una idea di crescita che non lasci indietro nessuno.